Lettera – aperta.
La Associazione Editori Sardi «Per la difesa del libro e dell'identità culturale»

Gli editori sardi aderenti all’AES, il 20 settembre 2003 hanno discusso in modo approfondito i nuovi scenari del mercato editoriale e in particolare la vendita dei libri in edicola in abbinamento con i quotidiani e la vendita dei libri nelle grandi superfici.

Gli editori esprimono forte preoccupazione perché questi fenomeni pur avendo in sé degli elementi positivi, sono contrassegnati da impostazioni che vedono il libro esclusivamente come merce e da politiche di marketing che in un contesto di deregulation creano forti turbative nel mercato.

Gli editori sardi non si stancheranno mai di ripetere che il libro è insieme un prodotto commerciale e uno strumento culturale, dove è depositata la storia, la tradizione culturale, il patrimonio letterario dell’Isola.

Gli editori sardi sottolineano che il libro ha una sua specifica identità e si realizza con l’apporto di diverse componenti. Il lettore deve essere libero di scegliere, non può essere teleguidato perché ciò rappresenterebbe un impoverimento culturale.

Ribadiscono perciò che la libreria, il luogo dove da sempre si è realizzato l’incontro tra il libro e il lettore, va difesa e sostenuta. «Il degrado del mercato librario» si legge ancora nella Lettera «si ripercuoterà anche su tutta la filiera di produzione del libro, determinando così una perdita di posti di lavoro».

A questo proposito gli editori sardi esprimono preoccupazione perché i quotidiani (a livello nazionale e in modo ancora più accentuato a livello regionale) stanno smarrendo il senso della loro missione (informare) privilegiando la vendita di gadget, merci varie e veicoli di messaggi pubblicitari, a discapito di una libera e completa informazione.

Pur non volendo mettere in discussione i principi della libera concorrenza e della libertà d’impresa – prosegue la Lettera dell’A.E.S. – gli editori chiedono regole che tutelino tutti i soggetti che operano nel mercato: «Al governo la proroga della legge che vieta di praticare nelle grosse superfici sconti sui libri superiori al 15%; a sindaci e amministratori che concedono licenze e permessi per l’apertura di nuovi supermercati e spazi espositivi, di porre il problema di un’adeguata presenza in tali spazi dei libri editi in Sardegna; ai quotidiani di autoregolarsi prevedendo la vendita dei libri in edicola esclusivamente in abbinamento con i quotidiani o settimanali, con campagne programmate e limitate nel tempo, di non rimettere in circolazione i libri invenduti, di rispettare i contratti in corso tra editori di libri e autori, di riconoscere e correggere l’enorme squilibrio a danno degli editori di libri causato dalla forza pubblicitaria rappresentata dalle pagine del giornale; ai distributori dei giornali di aprire i punti vendita da loro serviti e in particolare le edicole, a tutti gli editori senza veti e favoritismi».

L’A.E.S. fa inoltre appello ai giornalisti affinché difendano il proprio lavoro, le proprie idee, la propria professionalità sempre più mortificata dall'invadenza della pubblicità e del marketing; alle Istituzioni affinché riconoscano come soggetti meritevoli di sostegno esclusivamente gli editori di libri che operano e pubblicano in Sardegna, promuovendo la lettura e la ricerca, valorizzando i nuovi autori e pubblicando nuovi libri, creando occupazione e nuova formazione professionale.

È inoltre necessario che la Regione Autonoma della Sardegna, gli insegnanti, gli intellettuali difendano il patrimonio accumulato negli anni nel campo della valorizzazione dei beni librari e della promozione della lettura, auspicando siano individuate occasioni e iniziative atte a chiarire regole ed obiettivi comuni e a favorire la diffusione del libro e della lettura, contribuendo così alla crescita culturale della Sardegna.

ASCOT. Avvisi di Storia Contemporanea, sostiene la campagna di sensibilizzazione degli Editori sardi e perciò ha volentieri dato conto della Comunicazione, riassunta in questa pagina.